venerdì 17 maggio 2013

Di notte


Di notte, al buio con la pioggia che tamburella sul tetto ti ritrovi a pensare ad un sacco di cose, troppe probabilmente vista l'ora e il tuo stato emotivo..eppure non puoi farne a meno, certi pensieri si insinuano come lombrichi nella terra umida e non c'è proprio nulla che tu possa fare per impedirlo...
Puoi seguirlo e provare a capire dove ti porteranno e puoi pensare che metterli su carta li renda più gestibili ma in fondo sai benissimo che non è così..sguizzano mentre ti soffermi a correggere un errore o a mettere un puntino..non ti aspettano e si rincorrono freneticamente senza darti la possibilità di scorgerne almeno uno di senso compiuto...sono come veloci frame di una pellicola male assemblata, intravedi delle immagini ma nessuna si lega con la precedente o con la successiva...ci sei tu..ci sono loro ci sono delle cose, dei posti, tanti posti e una figura..non sai nemmeno chi sia ma poco importa, sai benissimo cosa ti fa provare..un attimo di pausa fra la rinfusa di colori; sai già che la quiete dura poco e via di nuovo in un turbinio di domande senza risposta di perché senza spiegazioni..e tu sai bene che l'unica cosa che puoi fare è aggrapparti all'unica apparente immagine che sia riuscita a scorgere e sai anche che è la stessa che ti farà precipitare di nuovo ma ne sei attratta come una falena con la luce, la cerchi pur sapendo l'effetto che fa...
È poi finalmente tutto si placa ed ecco di nuovo la pioggia la notte...tu....

Autrice:  Tiziana

sabato 11 maggio 2013

Il parco giochi

Sotto le piante delle Rimembranze
giocano i bimbi e gridano alla vita
un pomeriggio di una calda estate,
davanti a loro tanti giorni lieti.

Ma sulle panche lungo il fiume in secca
siedono i vecchi calmi e silenziosi,
guardano i bimbi e sognano lontano,
davanti a loro poco tempo ancora.

Di tanto in tanto lanciano una voce
- Chiara, Carlotta, su venite qua!
Mi raccomando non andate via,
è quasi sera state un po' con noi.

Ed io rammento una cartolina
un po' sbiadita di tanti anni fa,
tanti bambini sotto queste piante,
forse quei vecchi che ora stanno là.

Autore:  Eros Aroldi.

Vivere cos'è?

Cos'è vivere
se non prestare il tuo viso,
le tue mani, i tuoi piedi,
il tuo... cuore
a chi ti è accanto.

Vivere è avvicinarsi al tuo prossimo
donandogli la tua luce
perché lui possa vederti
o meglio...
perché tu possa vederlo.

Perché spesso ci illudiamo
di donare parte di noi stessi
per il bene altrui
ma non ci rendiamo conto
che è proprio il donarci che ci fa vivere!

Allora vivere cos'è? Forse vivere è...
Lasciarci bere, mangiare, consumare da chi ci incontra,
non è essere sfruttati, ma è mettersi ognuno nelle mani dell'altro
perché tutti possiamo essere una sola cosa
e tutti la ricchezza dell'altro e tutti insieme essere... vita!

Autrice:  M.Giacinta

sabato 4 maggio 2013

Auschwitz



Son morto ch'ero bambino
son morto con altri cento
passato per un camino
e ora sono nel vento.

Ad Auschwitz c'era la neve
il fumo saliva lento
nei campi tante persone
che ora sono nel vento.

Nei campi tante persone
ma un solo grande silenzio
che strano, non ho imparato
a sorridere qui nel vento.

Io chiedo come puo` un uomo
uccidere un suo fratello
eppure siamo a milioni
in polvere qui nel vento.

Ancora tuona il cannone
ancora non e` contenta            
di sangue la bestia umana
e ancora ci porta il vento.

Io chiedo quando sara`
che un uomo potra` imparare
a vivere senza ammazzare
e il vento si posera`.

Autore: Francesco Guccini

venerdì 3 maggio 2013

In memoria di Ernie Lobet

Messaggio da trasmettere alle generazioni future da Ernie Lobet, ebreo nato nella città di Breslavia, internato dai nazisti nel campo di concentramento di Auschwitz:

"Perché il male trionfi basta che i giusti non facciano niente.
Mai cedere alla rassegnazione.
Devi combattere per ciò in cui credi, senza subire passivamente e senza aspettarti che altri lottino al tuo posto.
Devi puntare con decisione verso il tuo obiettivo, prendere posizione e combattere con tutte le tue forze."

P.S. Chi dice di non credere all'olocausto vada a leggere il libro "Auschwitz. Ero il numero 220543" di Denis Avey e Rob Broomby, scritto in memoria di Ernie Lobet...

mercoledì 1 maggio 2013

I nostri giorni

I nostri giorni sono cavalli pazzi
che inseguono le onde di un mare
che forse non conosciamo...

I nostri giorni si perdono per sempre
in mille echi di lontani e passati ieri
che diventano piano piano nostalgia.

I nostri giorni vogliono vivere
ma troppo in fretta trascorrono
e molto presto svaniscono nella sera.

I nostri giorni di povera gente
che conta forse meno di niente
i nostri giorni dove vanno?

I nostri giorni sono aquiloni
che cercano di raggiungere
le nuvole dell'infinito cielo...